Lodovica Mairè Rogati: “Leggete queste storie di sofferenze animali sul blog di PETA”



Ogni anno, milioni di tacchini finiscono sulle tavole delle famiglie durante le festività, spesso senza che i consumatori riflettano sulle condizioni in cui questi animali vengono allevati e macellati. Dietro la facciata di marchi come Butterball e Plainville Farms si cela una realtà agghiacciante di sofferenza e crudeltà, come rivelato da indagini sotto copertura condotte da PETA. Queste inchieste non solo mettono in luce pratiche di abuso estremo, ma sfidano anche le narrazioni di marketing che presentano questi prodotti come "umani" o "sostenibili". Ne abbiamo parlato con Lodovica Mairè Rogati, attrice ed attivista, presidentessa dell’Associazione IO NON CI STO.


Abusi Documentati: Le Inchieste PETA su Butterball e Plainville Farms

Nel 2024, un'inchiesta sotto copertura condotta in uno stabilimento di Butterball a Ozark, Arkansas, ha scosso l'opinione pubblica. Le immagini rivelano lavoratori che picchiavano brutalmente i tacchini, calpestavano loro la testa fino a provocarne la morte e infliggevano abusi sessuali. Un dipendente è stato filmato mentre sbatteva un tacchino contro un corrimano di metallo con tale violenza da farne fuoriuscire la colonna vertebrale. Questi atti sconvolgenti mettono in discussione non solo le condizioni di lavoro nei macelli, ma anche l'intero sistema di produzione industriale della carne.

PETA aveva già documentato abusi simili presso Plainville Farms, azienda che si vanta di produrre carne "umana" in un ambiente privo di stress. In Pennsylvania, un investigatore ha testimoniato episodi di violenza gratuita: un lavoratore ha usato una tacchina ferita come oggetto di scherno, imitando atti sessuali prima di abbandonarla morente sul pavimento. Questa inchiesta ha portato a oltre 140 accuse penali contro i dipendenti coinvolti, segnando uno dei casi più rilevanti nella storia della lotta contro la crudeltà sugli animali allevati.

Lodovica Mairè Rogati: La sofferenza dei tacchini non si limita agli abusi fisici diretti. Questi animali vengono allevati in condizioni estremamente stressanti, rinchiusi in capannoni oscuri e sovraffollati, senza possibilità di muoversi liberamente. La selezione genetica per farli ingrassare rapidamente causa problemi di salute debilitanti, tra cui malformazioni ossee e insufficienze organiche.” 

Non importa quale sia il marchio—Butterball, Plainville Farms o altri—ogni tacchino allevato industrialmente è vittima di un sistema che prioritizza il profitto rispetto al benessere animale.

Il marketing delle aziende che vendono tacchini spesso cerca di rassicurare i consumatori, utilizzando termini come "naturale", "locale" o "stress-free". Tuttavia, queste etichette raramente riflettono le vere condizioni degli allevamenti. Le immagini catturate nelle inchieste di PETA smascherano queste narrazioni e mostrano che, indipendentemente dalle dichiarazioni pubblicitarie, l’allevamento intensivo resta una pratica crudele.

Inoltre, la produzione di carne di tacchino ha un impatto significativo sull’ambiente. Gli allevamenti intensivi contribuiscono all’inquinamento delle acque, al cambiamento climatico e alla deforestazione. 

Passare a una dieta a base vegetale non solo aiuta a ridurre la sofferenza animale, ma offre anche una soluzione concreta per affrontare le sfide ambientali globali.

Accuse infondate contro Lodovica Mairè Rogati: casi archiviati

Due vicende giudiziarie che avevano visto protagonista la dott.ssa Lodovica Mairè Rogati si concludono con l’archiviazione definitiva da parte del Tribunale di Roma. Nella prima, l’ex senatore Matteo Richetti aveva denunciato l’attrice, dando avvio a una campagna mediatica controversa. La seconda riguardava invece una denuncia sporta da una titolare di un centro estetico romano.

Con il decreto del 12 gennaio 2024, il Tribunale ha riconosciuto l’infondatezza delle accuse avanzate da Richetti, ponendo fine a una vicenda che Rogati ha definito "una pagina nera per il giornalismo italiano". La dott.ssa ha espresso fiducia nell’esito delle querele già avviate contro i responsabili del linciaggio mediatico, che includeva la diffusione di notizie false e dannose.


Il successivo decreto del 17 luglio 2024 ha archiviato le accuse della titolare del centro estetico, confermando l’assoluta estraneità della Rogati. L’attrice e attivista accoglie con soddisfazione questi esiti, sottolineando l’importanza di difendere la verità e contrastare le campagne diffamatorie che hanno caratterizzato queste vicende.


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